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Luigi Onofri, poesie in acquarello

di Simone Fappani

La limpida e cristallina pennellata di Luigi Onofri si congiunge perfettamente al colore ad acquarello, grazie al quale riesce a rendere intensi paesaggi di incantevole caratura timbrica e strutturativa.
L'acqua scorre copiosa nei suoi dipinti, e s'incardina nelle tinte al ritmo di suadenti velature che, via via, sondano nel profondo la carta, che diventa spazio specifico e luministico al tempo stesso, entro il quale l'artista porta a compimento delle lunghe e dolcissime toccature, quasi in punta di pennello, capaci di tracciare ragionate campiture.

Un rarissimo senso prospettico e d'insieme, permette ad Onofri di offrire agli occhi di chi osserva i suoi acquarelli dei paesaggi e degli scorci gravidi di un'atmosfera sognante, espressione, eloquente a mio avviso, di quella straordinaria volontà di communicare che gli consente non solo di essere un ottimo pittore, ma anche un eccelente maestro per i tanti ed entusiasti frequentatori dei suoi corsi. Nei suoi pezzi nulla è lasciato alla mera casualità.

Ricorrente é la sua frase : "ogni pennello ha la sua ragion d'essere". Come dire: nulla puó essere lasciato alla pura accidentalità, tanto più in un'arte, come quella dell'acquarello, che richiede grande attenzione e non concede di fare errori, pena ricominciare da capo, perdendo tutto ciò su cui si stava spesso faticosamente lavorando.

Osservare gli aquarelli di Onofri significa, infatti, calarsi, mente e corpo nell'anima dell'acquarello, lasciandosi guidare dalle modulazione pastellata dei colori ad acqua, che morbidamente s'imprimono sul supporto cartaceo con incorrotto candore.

Ciò accade anche nelle parimenti intensi composizioni floreali: in mazzi sciolti o in vasi, i vegetali vengono resi con quella prossimità emotiva che li rende pezzi veramente unici ed inimitabili.

Luigi Onofri

Mario Coccolo

"Raccontare" la storia e la tradizione di una terra incastonata da sempre tra la gente e la cultura. E' sicuramente il "filo" conduttore del "commino" artistico di Luigi Onofri che - ancora una volta - affida alla "carta" passione, entusiasmo, dinimacità e umiltà. L'artista purililiese, infatti, riesce a tradurre in immagini vive la terra, l'ambiente e i silenzi che "convivono" nel Cosmo.

Non è difficile, dunque, percepire anche il più piccolo "messaggio" che viene da un mondo, se non da scoprire ( ma forse è proprio cosi), sicuramente da "narrare" a chi è sempre più lontano dalla semplicità delle "cose semplici". Nasce - cosi - l'incanto di Onofri che affida alla povertà dei mezzi usati ( carta, acqua e una goccia di aromaticità) riverberi e riflessi, ombre e luci che "parlano" a quel "viandante" moderno (come potremmo essere altrimenti riconosciuti oggi) che - forse anche consapevolmente - si rifugia nella scoperta del domani per dimenticare la proprie origini.
Ed è cosi che "ridiventa" attualità la consuetudine delle cose perdute anche grazie a un artista che - con certosina pazienza - sa aspettare, sa cogliere l'attimo del "messaggio", sa "narrare" le sue passioni che poi, fortunatemante, diventano anche degli altri.
Paesaggi conosciuti o ambienti da scoprire: freschezze di fiori a particolari da amare sono e restano la "culla" intellettuale di Luigi Onofri che - oggi più di ieri - sa creare il suo e anche un pizzico del nostro domani, senza inventare fatali disillusioni delle realtà.
Per questo motivo le sue opere libere e più passionali. Una sorta di inno alla vita per dare voce ai silenzi e per "leggere" anche i più piccoli misteri del Creato. E' altresi una tappa di un viaggio ideale che non impegna mete ma che - sicuramente - materializza un pizzico d'anima che da sempre ci è amica.

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